Da venerdì 30 dicembre a domenica 8 gennaio - Teatro Verdi Firenze
LA CAGE AUX FOLLES
Portato in scena per la prima volta nel 1983, “La Cage aux Folles” si ispira all’omonima opera teatrale francese di Jean Poiret da cui fu tratto il film “Il Vizietto”, con le straordinarie interpretazioni di Michel Serrault e Ugo Tognazzi. Al centro della vicenda, la coppia sentimentale formata da Albin/Zaza (Massimo Ghini) e Renato (Cesare Bocci), che gestisce uno sfavillante locale notturno per travestiti a Saint Tropez, dove Albin si esibisce come Drag Queen con il nome d'arte di "Zazà". La tranquillità della coppia viene scossa da un evento inaspettato e da quel momento hanno inizio una serie di equivoci esilaranti, che si concluderanno con un happy end a sorpresa.
La Peep Arrow Entertainment porta in scena una grande produzione, con l’Orchestra dal vivo -18 elementi- diretta dal Maestro Emanuele Friello e un cast unico: oltre ai ruoli en travestì di Massimo Ghini e Cesare Bocci, Russel Russel nel ruolo di Jacob, Cristian Ruiz in quelli di Laurent, Crescenza Guarnieri ed Edoardo Sala, rispettivamente Madame e Monsieur On. Sant’Ann de Que. Le fantastiche coreografie del grande Bill Goodson scateneranno una schiera di sorprendenti Cagelles e di temibili Drag Queen. Le scenografie sono di Gianluca Amodio, i costumi di Nicoletta Ercole.
Una sfida importante, uno spettacolo che in America ha ottenuto un successo straordinario negli anni ’80 e nel 2010 ha vinto l’Oscar per il miglior Musical Revival. Un grande ritorno in teatro per Massimo Ghini: “Affronto un personaggio che in un certo senso è il sogno di ogni attore: un ruolo che ti impegna a renderti credibile vestendo panni completamente diversi dai tuoi. È una sfida… e il volermi mettere continuamente in gioco è un po’ la mia ‘colonna sonora’, fa parte della mia natura d’artista”. L’attore romano veste i panni del tenero Albin, che nel celebre film fu interpretato da Michel Serrault: “Albin è un personaggio tragicamente sopra le righe, un uomo che riafferma ciò che è “I am what I am” e lo vuole gridare al mondo”.
Per Cesare Bocci “è un’esperienza eccitante perché lo spettacolo ha un plot talmente perfetto e i personaggi hanno una caratterizzazione così divertente che ne fanno uno spettacolo unico. Poi il tema e’ ancora oggi talmente attuale che bisogna dare atto agli autori di essere stati molto avanti con le proprie idee. Nel film mancavano le canzoni, dei temi bellissimi che sono contento di poter cantare in teatro”. Cesare Bocci è Renato… un memorabile Ugo Tognazzi nel film omonimo: “Avere un riferimento come Tognazzi potrebbe essere un’eredità pesante ma io ho cercato una mia via per interpretare il personaggio. Forse negli anni ‘70, pur nel clima della liberazione sessuale, i gay erano rappresentati come un’icona sempre uguale… sempre allegri e femminili. Oggi sappiamo che il mondo omosessuale è più integrato, alcuni sono apertamente in coppia e hanno una vita e atteggiamenti assolutamente non omologabili…”
Massimo Romeo Piparo sottolinea l’importanza di aver scelto per la sua messa in scena un cast di eterosessuali: “E’ il momento che chi ha fatto scelte di vita più protette, come gli eterosessuali, protegga e difenda chi si batte per l’uguaglianza dei diritti di ciascun individuo. Anche sul palcoscenico”. L’artefice dei favolosi successi di “Jesus Christ Superstar”, “HairSpray…Grasso è bello!”, “Smetti di piangere Penelope!”, “Evita”, “Tommy”, “My Fair Lady”, “Cenerentola”, “La Febbre del Sabato Sera”, “Lady Day” e “Alta Società” e prossimamente anche con la regia di “Rinaldo in Campo” sempre al Sistina, porta in scena una grande produzione, quasi sessanta addetti tra attori, addetti e maestranze, e un importante lavoro di adattamento e di regia. “Non faremo sconti a nessuno” – spiega Massimo Piparo – “affrontiamo temi come l’omosessualità e le coppie di fatto in maniera schietta, chiara e divertente. Nel musical saranno evidenti due grandi questioni del nostro tempo. La politica che attacca gli omosessuali. E gli omosessuali che rispondono con la parola Amore. Questo spettacolo servirà anche a far luce sull’amore di cui sono capaci le coppie di fatto, a cominciare da quelle gay”.